Le frodi nel settore alimentare

Il termine frode alimentare indica la produzione, il commercio o la somministrazione di alimenti non conformi alla normativa vigente. La forte diffusione del fenomeno delle frodi alimentari negli ultimi anni è imputabile ad una serie di cause:

  1. desiderio di conseguire un rapido profitto;
  2. evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, che hanno favorito la messa a punto di nuove tecniche per rallentare, inibire o mascherare eventuali condizioni indesiderate dell’alimento;
  3. diffusione dei prodotti tradizionali;
  4. difficoltà nel reperimento di materie prime idonee, che spesso vengono sostituite con derrate di minor pregio o di diversa origine;
  5. complessità della normativa nel settore alimentare, cui spesso si aggiunge la difficile comprensione ed interpretazione.

Le frodi alimentari vengono classificate in due grandi categorie: sanitarie e commerciali (clicca qui per aprire la mappa concettuale della classificazione delle frodi alimentari).
Le frodi sanitarie sono quelle che generano un danno alla salute dei consumatori; le frodi commerciali, invece, non determinano un concreto o immediato rischio per la salute pubblica e causano un danno economico al consumatore.

Le frodi commerciali si manifestano con la contraffazione: ossia con la totale sostituzione di un prodotto alimentare con un altro di minor pregio, in modo da trarre in inganno il consumatore. Questo comportamento illecito può interessare l’alimento e/o il marchio di qualità (es. spacciare un formaggio comune per un prodotto a marchio DOP o IGP, vendere un olio di semi dichiarando in etichetta che si tratti di olio extravergine di oliva, ecc.).

Le frodi sanitarie includono tre diverse tipologie: alterazioni, adulterazioni e sofisticazioni. Le alterazioni riguardano prodotti alimentari che, a causa del superamento della data di scadenza o per inadeguata conservazione, evidenziano uno scadimento delle caratteristiche qualitative (sensoriali e/o nutrizionali). Esempi caratteristici sono il latte inacidito, l’olio di oliva irrancidito, il vino con spunto acetico, il pane ammuffito, ecc.
Le adulterazioni sono, invece, operazioni che alterano la struttura originale di un alimento, mediante sostituzione o sottrazione di alcuni suoi componenti. Tipici esempi sono: il latte annacquato, l’aggiunta di metanolo al vino per aumentarne la gradazione alcolica, la vendita di latte scremato e/o parzialmente scremato come latte intero, ecc.).
Le sofisticazioni, infine, sono caratterizzate dall’aggiunta all’alimento di sostanze estranee, al fine di migliorarne l’aspetto o di mascherare la presenza di eventuali difetti. Esempi al riguardo sono: la mozzarella trattata con perossido di benzoile per sbiancarla, aggiunta di solfiti a carni ossidate per conferire un colore rosso vivo, aggiunta di sostanze basiche al latte inacidito per renderlo irriconoscibile al gusto, ecc.

A difesa del consumatore, contro la diffusione del fenomeno delle frodi alimentari, intervengono una serie di organi pubblici addetti al controllo ufficiale dei prodotti alimentari (clicca qui per aprire la mappa concettuale degli organi addetti al controllo ufficiale).

 

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